L’Ospitalità italiana e gli effetti del Covid-19

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L’Ospitalità italiana e gli effetti del Covid-19

L’ospitalità italiana e gli effetti del Covid-19 nel corso di questi mesi nelle nostre città e meravigliose destinazioni… che esperienza avete avuto?

Argomento certamente arduo da affrontare ma che merita comunque di essere valutato e comparato…

Ho recentemente letto un articolo che riportava qualche dato fornito da Confindustria Alberghi

Nel secondo trimestre, gli alberghi italiani segnano un calo del fatturato del -88% e i primi dati sul trimestre giugno-agosto segnalano una perdita fra i 12,5 e i 13,6 miliardi.

Siete d’accordo con queste informazioni?

Siamo certamente consapevoli che le nostre città abbiano registrato un calo evidente del flusso turistico ma dobbiamo anche ammettere che non riguarda tutte le destinazioni e strutture ricettive.

La situazione varia infatti a seconda della destinazione e tipologia di offerta turistica, offrendo

risultati migliori delle attese per alcune destinazioni e fatturati in caduta libera in altri segmenti, come città d’arte (-49,6% di presenze), laghi (-48,6%), terme (-38,9%), campagne e collina (-39,8%).

Resiste meglio, invece, il turismo balneare, che segna un calo del -23,7%, (-66,6% di presenze straniere e +3,9% di italiani). Più resiliente ancora il turismo montano, con -19%, (+2,7% italiani e -63,6% stranieri).

(Fonte : IlSole24Ore)

Altro fattore da evidenziare è che le strutture alberghiere hanno sofferto maggiormente rispetto ad altra tipologia quali le tante strutture extralberghiere… Sono cambiati i comportamenti di acquisto :

  • Spostamenti aumentati in auto piuttosto che trasporto pubblico (quali treni o aerei)
  • Early booking soppiantato a favore dei last minute o a ridosso della data
  • Aumentato il mercato interno rispetto a quello estero con i pro e contro e ridimensionamento notevole del tipo di soggiorno (dal long stay al micro-stay)

La domanda ora sorge spontanea : inutili allarmismi non servono, ognuno sa restare con i piedi per terra e capire come reagire a questa situazione del tutto inaspettata.

Come sempre, la destinazione e tipologia ricettiva creano le nuove opportunità o al contrario pensieri per la domanda che è andata a crollare. Chi ha lavorato in città d’arte o altre destinazioni, avrà certamente osservato come i clienti stranieri potevano esserci ma a determinate condizioni : fidelizzati o prenotanti grazie a passaparola o ottima reputazione costruita nel corso degli anni.

Hanno certamente vissuto meglio le strutture come Aparthotel o unità abitative indipendenti dove era possibile garantire il distanziamento sociale e si sa che il cliente, quando si sente rilassato ed a suo agio, tende a prenotare servizi aggiuntivi legati alla ristorazione o all’esperienza territoriale.

Come affrontare il futuro?

Penso che anche in questo caso si debba restare quanto più possibile lucidi e positivi, non mancando certamente di osservare le proprie entrate potenziali e costi fissi da gestire.

Molte fonti ci riferiscono che sono state perse ben 65 milioni di presenze, soprattutto straniere ma se vogliamo pensare positivo, valutiamo invece il fatto che il mondo alberghiero non si ferma ma anzi sono previste oltre 300 nuove aperture nel mondo in questo mese di Settembre

Se dicessi che tra 1 mese sarà tutto finito e ci ricorderemo l’estate 2020 con pò di amarezza, mentirei spudoratamente. Meglio neanche pensare che si tornerà ad una situazione semi-2019 tra ca 3 anni… quindi penso che il meglio sia continuare ad analizzare il mercato e la propria domanda e…

alla prossima occasione con nuovi riscontri!

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